Sclerosi Multipla e Approccio Variabile

Nella pratica clinica quotidiana ci si imbatte spesso in problematiche a carico del Sistema Nervoso Centrale e Periferico; ad oggi si osserva una frequente diagnosi di Sclerosi Multipla (SM), più precoce e tempestiva rispetto agli anni passati, con conseguente ricorso alla riabilitazione anche nelle fasi iniziali della malattia.

Ciò che si osserva in questi pazienti che presentano una sintomatologia sempre sfaccettata e variegata, è un dato comune di tipo funzionale.

Tali pazienti riferiscono molto frequentemente delle difficoltà motorie che descrivono come “disturbi di equilibrio, instabilità posturale, difficoltà a stare in piedi e fare il passo” etc.

La stabilità posturale è quindi un aspetto di primaria importanza per questa tipologia di pazienti, in quanto condiziona tutte le ADL che vedono come presupposto indispensabile l’attività neurologica di base che permette il controllo e la modulazione del STP (sistema tonico posturale) in tutte le performances motorie di cui il SN è capace.

Per quanto i pazienti provino a svolgere le comuni attività motorie si osserva un progressivo impoverimento dello spettro di movimento che come sappiamo, in condizioni non disfunzionali, risulta ampio e variabile; questa caratteristica delle capacità motorie fa riferimento alla possibilità del SN di recuperare ogni giorno dei programmi motori e di arricchirli se necessario con le nuove esperienze e con i nuovi parametri che il contesto gli pone in essere.

L’arricchimento che avviene a beneficio del sistema movimento in condizioni fisiologiche risulta essere invertito nei pazienti che si trovano a fronteggiare questa patologia neurologica. Infatti ciò che i pazienti osservano ogni giorno è un progressivo e lento decadimento delle funzioni motorie, caratterizzato da un impoverimento dei programmi motori a disposizione dell’individuo.

Come già accennato è infatti in questo contesto patologico che pian piano maturano le difficoltà motorie dei pazienti con SM.

La possibilità di modulare ed adattare il tono muscolare per ogni performance motoria e attività che necessitano la scelta dei programmi motori viene meno nel momento in cui le attività di controllo motorio a feed-forward risultano deficitarie o lente.

I modelli di controllo motorio che prevedono le attività motorie imminenti, contestuali e future sono alla base del controllo del sistema movimento, per cui dovrebbe essere compito del FT(Fisioterapista) riuscire a trovare una strategia che gli permetta un dialogo con le strutture nervose deputate a questa raffinata funzione.

Nel momento in cui il paziente non riesce a richiamare autonomamente ed automaticamente questa funzione motoria di controllo a feed-forward risulta instabile e l’equilibrio statico e dinamico vengono meno, così come le capacità motorie globali degli arti diventano sempre meno efficaci ed equilibrate/adeguate. In questo contesto patologico si inserisce a buon diritto la tecnica manuale Approccio Variabile (AV) in quanto rappresenta un valido aiuto nella ricerca di nuove modalità di reclutamento motorio per il paziente con SM in quanto mira a stimolare, attraverso le vie propriocettive, un arricchimento esperienziale per il Sistema Nervoso.

Da qui ne consegue un riscoperto automatismo nelle performances motorie del paziente con SM; questo è possibile grazie all’innovativa modalità di intervento che prevede l’attivazione dei circuiti che funzionano a feed-forwad attraverso un training che coinvolge il Sistema Tonico Posturale e quei muscoli che stanno alla base della genesi delle attività motorie che solitamente sono osservabili.

Quindi il dialogo continuo con i fusi neuromuscolari consente un arricchimento dei PM (programmi motori) che risultano impoveriti nei pazienti con SM e ciò porta ad un miglioramento delle capacità di richiamare automaticamente i modelli predittivi di controllo motorio che stanno alla base di tutte le attività motorie del Sistema Nervoso.

Il risultato che si ottiene attraverso questa innovativa modalità di riabilitazione è un progressivo riadeguamento degli schemi motori che erano deficitari e disfunzionali, con un incremento delle capacità motorie di base che consente il miglioramento della qualità di vita di questi pazienti che, come sappiamo, soffrono di una patologia Neurologica progressiva.

In definitiva l’utilizzo di questa Tecnica manuale propriocettiva dovrebbe essere promosso negli ambiti riabilitativi a cui si fa riferimento in questo testo; i FT così facendo potrebbero costruire dei piani di riabilitazione sempre più efficaci e centrati sulle capacità residue dei pazienti, in modo da implementarle e conferire loro una migliore qualità di vita.