L’efficacia della fisioterapia come prerogativa della conoscenza

fisioterapia

“A oggi la necessità di dimostrare l’efficacia della fisioterapia è diventata prerogativa della conoscenza, pertanto la maggior parte delle metodiche o/e tecniche riabilitative stanno cercando di provare la propria efficacia in ricerca clinica”.

Lo sostiene Giuseppe Cultrera Fisioterapista, presidente Associazione AV® (Approccio Variabile) a proposito del rapporto tra fisioterapia, ricerca scientifica e Evidence-based Medicine (EBM).

“Bisogna ricordare che la ricerca clinica, per sua natura è empirica e quindi –aggiunge – si avvale di sperimentazione e osservazione, piuttosto che della sola teoria, per produrre conoscenza. D’altra parte le teorie valide ci permettono di somministrare interventi potenzialmente efficaci, ma da sole non forniscono evidenza sugli effetti del trattamento. A mio avviso ritengo che, allo stato attuale, la ricerca clinica, non stia riuscendo a trovare un denominatore o linguaggio comune in riabilitazione che sia in grado di descrivere il trattamento riabilitativo e ne provi gli effetti in termini qualitativi”.

Secondo Cultrera il rigore del metodo scientifico presuppone degli elementi come scientificità, riproducibilità e confutazione che inevitabilmente nella pratica clinica diventano punti di criticità. Dunque ricondurre la pratica clinica in “modelli” clinici sembra, secondo il vertice di AV®, estremamente complesso considerate la varietà delle presentazioni cliniche, la difficoltà di somministrare e riprodurre un trattamento e la variabilità del contesto riabilitativo.

“Grazie all’aiuto di giovani colleghi – dice – ho avviato un gruppo studio che nasce come spazio di crescita professionale all’interno dell’associazione AV®  con la possibilità di confrontarsi e dibattere su ricerche scientifiche, innovazioni, progetti, obiettivi, affinché sia il professionista che l’associazione abbiano la possibilità di migliorare le proprie competenze in ambito di ricerca Riabilitativa. È chiaro quindi – prosegue – che un professionista sanitario che si definisca tale deve saper ricercare, valutare e implementare le evidenze scientifiche ricorrendo però al proprio giudizio professionale per interpretare le indagini pertinenti rispetto allo specifico paziente e adattare la decisione clinica rispetto alla situazione clinica attuale, nonché anche modificare la scelta terapeutica in funzione delle preferenze del paziente”.

Con particolare dedizione, lo staff di Cultrera sta compiendo una seria e oggettiva revisione in letteratura scientifica delle proposte formative in riabilitazione. “Lo scopo – avverte – non è certo quello di denigrare le suddette proposte, ma di entrare nel merito di ciò che è scientifico, avendo tutte le caratteristiche per potersi fregiare di tale denominazione, da ciò che non lo è. Ma vedremo che in Riabilitazione molti metodi o concetti si appropriano arbitrariamente di una scientificità più millantata che “provata”.

Per Cultrera è necessario, confutando, sfatare alcune diffuse misconcenzioni come quella che, erroneamente, identifica il concetto di “scientificamente dimostrato” con quello di “vero”. “E’ opportuno ricordare – aggiunge – che le fasi della ricerca scientifica contengono inevitabilmente, elementi di arbitrarietà e che esistono limiti pratici e concettuali del campionamento con un’impossibilità logica a passare da una descrizione per “gruppi di individui” a una per “individuo”. Quella stessa arbitrarietà la ritroviamo, purtroppo, implementata nella letteratura scientifica. Ma quanto è scientifica? Noi crediamo poco, e pensiamo che specialmente in riabilitazione – prosegue – la strada da compiere per fregiarsi di “scientificità” anche da parte di famosi concetti e metodiche attualmente in uso, è ancor molto lunga poichè ben lontana dai requisiti richiesti per entrare a pieno titolo nella “scienza”. Siamo convinti che faremmo molta fatica, in questo momento storico, a trovare un docente di una qualche metodica o concetto riabilitativo, disposto ad ammettere che ci sia evidenza scientifica in quello che fa, perchè se lo ammettesse, poi dovrebbe spiegare quale e sarebbe in imbarazzo.

Un premio Nobel – ricorda Cultrera – diceva che una teoria scientifica obsoleta non viene dismessa quando si rileva non essere più in grado di spiegare la realtà, ma solo quando muoiono i suoi sostenitori”.

Il gruppo studio, infine, pone tra i suoi obiettivi principali il rendersi partecipe alle attività formative e le iniziative più importanti della comunità scientifica internazionale e mira all’organizzazione di un congresso in Sicilia che tratti dell’evidenza di base in fisioterapia.